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      Le lettere di V. S. son desiderate da noi infinitamente; e s'ella si risolvessi a farci gratia di qualche suo discorso, come tanti ne ha fatti per lettere ad amici suoi, io non so dove ella possa inviare le maraviglie del suo intelletto, dove più siano ammirate e stimate. Al S.r Don Virginio ella farebbe piacere singolarissimo; e principalmente per potere bene comprendere le sue specolationi, si vuol tutto applicare questo inverno alle matematiche. Signor mio, noi chieggiamo cose di prezzo inestimabile, a chieder frutti della sua mente: il merito del S.r Don Virginio, e quel devotissimo affetto con che io la reverisco, non facciano riuscir vana la nostra petitione. Con questa speranza io finirò per non tediarla, pregandole felicissimo principio di questo e molti anni appresso, con augumento di sanità e d'ogni altro più bramato bene.
     
      Di Roma, il dì ult.o di Xmbre 1616.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Gal.o
      Devot.mo Ser.reGiovanni Ciampoli.
     
     
     
      1241**.
     
      BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
      Pisa, 7 gennaio 1617.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 2, car. 62. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
     
      Per l'osservazione della Canicola ho ritrovato un luogo nel quale si potrà collocare il lumicino, e di poi allontanarsi 150 braccia in circa per osservare: e quanto prima il tempo me ne dia licenza, mi metterò all'impresa. Venere lavora tuttavia, ma non è ancora ridotta al semicircolo(660). Non manco d'andar in busca di stelle fisse; ma non trovo cosa al proposito, fuor che le avvisate nelle passate.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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