D'Inghilterra erano, se non m'inganno, l'ultime mie a V. S., raccommendate in mano del molto Ill.re S.r Francesco Quaratesio, mio gran amico, residente allhora nella corte di quel Re de parte del Seren.mo Gran Duca. Stava io aspettando con singolar desiderio di trovar qualche belle cose della vuostra celestial guardia alla mia tornata in Alemagna; ma ancor che io havessi posto ogni diligenza di spiar ancor in Francofurto per tutte le librarie, se dalli parti di là dall'ingegno di V. S. fusse venuto qualche parto, con tutto ciò non ho potuto penetrar fin qui nulla. Credendo però cosa impossibile che in tanto tempo da V. S. non sia cosa vista, benchè noi di qua de i monti siamo privi, supplico dunque officiosamente, se V. S. tra tanto, o del suo gran sistemate o delle altre osservazioni o ragionamenti e disquisizioni philosophiche, havesse publicato qualche cosa, si degni di avisarmi e farmene parte, almanco como ci è succeduto con li movimenti delle due stelle Saturnie dopo la mia partenza.
Del nostro Campanella, si è vivo o morto, si libero o nella prigion anticha, non sento nulla; spero medesimamente, V. S. non lasciarà di dirmi quel che sa, pregandola a porgermi occasioni di servirla, come ne son desiderosissimo. Con questo bacio cordialissimamente a V. S. le mani, ed al S.r Cavalliero Cosimo Ridolfi, ed al Padre D. Benedetto de Castellis. Il Nostro Signore Dio vi conceda ogni felicità e contento, e buon Capo di anno.
Di Norimberga, li XXVI di Gennaio, che mese come tutto questo inverno a noi fa tempo molto strano, sì che quasi adesso havemo la primavera, con li fiori e calore non usato altramente in questi paesi, di che ognuno si maraviglia.
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