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      È nondimeno, per esser sorella de Mess. Barbino, anch'essa ben veduta; et quando senza nessun incommodo di V. S. Ecc.ma non si possi proveder di altra più bella, sarà anch'essa tenuta cara, con speranza che la prole rasomigli il padre. Che sarà fine di queste, augurando a V. S. Ecc.ma ogni felicità.
     
      In Venetia, a 7 Feb.o 1616(672).
     
      Scrissi martedì otto fin qua, per avanzar tempo; ma, da valenthuomo, sabato mi scordai mandarla. Hora aggiongo le lettere havute dal S.r Cremonino(673), al quale, se così le paresse, mi offrirei farle la piezaria per trovar i denari a cambio, o procurerei che mi rinonciasse in scrittura i denari del suo stipendio, acciò non trovasse alcun altro termine. Et per fine le baccio di nuovo la mano.
     
      Di V. S. Ecc.maTutto suo
      G. F. Sag.
     
     
     
      1247.
     
      GIO. ANTONIO ROFFENI a [GALILEO in Firenze].
      Bologna, 14 febbraio 1617.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 9. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo S.re
     
      Passò a più sicura vitta il Sig.re Magino(674) sabbatho sera all'h. 2, e con tanto mio dolore che non credo per un pezo potermelo scordare, essendomi mancato uno precettore di tanto valore com' lei sa, e conoscendo d'havere puoco conosciuto questa gratia, havendo getato il tempo, e nella perdita dello maestro essere restato innetto scolare. Pensavo perciò dovere servire sugetto simile; ma hora che nella sua mi segnifica apertamente, non dovere alcuno credere che lei si levi di dove è, ha aggiunto nuovo fastidio, per vedere abbandonato la lettura da chi meritamente poteva sostenerla.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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