Ma pacienza. So quello havrei trattato, e con quanta prontezza l'havrei servito in ogni occasione, come farò sempre quando si degnerà porgermi campo farlo col commandarmi e valersi di me. Che per fine gli bacio le mani e auguro da Dio longa vitta et ottima salute.
Di Bologna, li 14 Febraro 1617.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo e Vero Ser.re
Gio. Ant.o Roffeni.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.re P.rone mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, Math.o dello S.o G. Ducca di Toscana.
Firenze.
1248**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 22 febbraio 1617.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 21. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r e P.ron mio Col.mo
L'osservazione accennatami da V. S. in Orione non m'è riuscita, perchè non ho mai ritrovate le stelle che lei mi nota. È ben vero che havendo ai 30 di Gennaio osservato tra 'l Cane maggiore e la spalla sinistra d'Orione circa 'l mezo un triangolo e nell'angolo orientale una stella, restai in dubbio, dopo diligente e replicata osservazione, se era una o due; et hora, ritornato alla medesima osservazione, le ritrovo chiaramente due, sichè il gioco si fa. Similmente le due della coda dell'Orsa si sono tra di loro allontanate, se ben poco; ma io che so benissimo come stavano, almeno quanto alla vicinanza tra di loro, non ho dubbio dell'essersi allontanate. Io ho ancora certe altre osservazioni, delle quali meglio trattaremo a bocca, compiacendosi lei di trasferirsi sin qua; e così ancora potrà dar ordine all'altro capo dell'osservazioni, il che riuscirebbe esquisitamente di qua e di là d'Arno, stando noi a osservare nel Long'Arno esposto al mezo giorno, et il segno sopra le case che sono di là d'Arno.
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