Mi mandò il S.r Cremonino la procura per pigliare li ducente ducati a cambio(691), ma ricercato da me della riforma di quella per poter scriver in banco, mi ha pregato soprasedere, promettendomi sodisfare in contadi in breve tempo. Ho fatto procuratore di ciò il Mersi, il quale a fatica gli ha cavato dalle mani quattrocento lire correnti. Non si manca di sollicitarlo et importunarlo, aspettando io da lei il conto che la mi scrisse. Et per fine le bacio la mano.
In Venetia, a 20 Maggio 1617.
Di V. S. Ecc.maTutto suo
G. F. Sag.
Fuori: Al molto Ill.re S.r Hon.moL'Ecc.mo S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1256**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 21 maggio 1617.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 25 e 27. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Finalmente è venuto il navicellaio(692), e dimattina, che sarà lunedì, sarà spedito dalla Dogana.
Quanto al mio venire in Firenze, ci verrei volentierissimo, e massime per haver a servire un intelletto tanto miracoloso come è quel giovine che V. S. m'accenna; ma haverei a caro che ciò si facesse con qualche nostro vantaggio: non parlo d'interesse di danari, ché in questo son pronto io per spendere del mio, come ho fatto sin hora; ma dico vantaggio di servitù con i nostri Ser.mi Padroni, cioè d'esser honorato con qualche titolo di servitore particolare, chè del resto poco o niente mi curo. So che V. S. è prudentissima e che intende e sa l'animo mio, et in oltre comprende che le cose mie particolari sono ancora sue; e finalmente lei, che m'ha allevato dalla bassissima ignoranza, può a buona chiera dire che io so fare il mestieri, e che è ben fatto l'adoprarmi.
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