, la Poscritta continua ancora con un altro brano, il quale però, come è manifesto dalle parole con cui comincia:
Vede da quanto è scritto di sopra, come sono circa quattordici anni che io faceva offerta di trasferirmi, bisognando, in Siviglia o Lisbona per incamminare il negozio alla pratica ", non può essere assegnato al 1617, e perciò sarà da noi pubblicato più avanti, secondo il criterio cronologico.
Mentre io andava pensando a i modi di superare quelle difficoltà che ritardano l'effettuare il mio trovato circa il navigare per la longitudine, mi è accaduto d'incontrare un'altra invenzione di grandissima utilità per la navigazione delle galere per questi nostri mari, della quale io vorrei servirmi per mezzo d'agevolarmi con Sua Maestà la conclusione dell'altro trovato. Narrerò succintamente a V. Ecc. la nuova invenzione, ed anco la maniera del prevalersene con Sua Maestà.
Ritrovandomi tre mesi fa a Livorno, cadde, tra il Sig. Ammiraglio(697) ed alcuni capitani di galere e me, ragionamento sopra l'utilità grandissima che apporterebbe al corseggiare delle nostre galere il potersi, navigando, prevalere dell'uso dell'occhiale sopra l'istesse galere ed in cima dell'albero o del calcese, poichè potrebbero scoprire e riconoscere i vascelli nemici, e loro qualità, numero e forze, molto tempo avanti che essi riconoscessero i nostri; onde con gran vantaggio, anzi con intera sicurezza, potremmo prender quella resoluzione di caccia o di fuga che fosse opportuna. Ma dicevano, tale uso essergli del tutto impedito dalla continua agitazione della galera, e massime nella sommità dell'albero, il qual movimento impedisce del tutto il poter col cannone trovar l'oggetto e fermarvi, anco per minimo tempo, la vista.
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