Si trova qui in Venetia un lavorante allevato nella sua bottega, che è ingegnoso assai et lavora chiave di ugual bellezza a queste. Egli ancora nella lunghezza rassomiglia a Spuntino, et è meco in contumatia per la stessa cagione. Hora lavora in casa di un mercante Fiamengo, mio compare, che lo spesa con la moglie, et lo paga, per quanto intendo, generosamente.
Subito ricevute l'ultime lettere di V. S., ho presa informatione da diversi gentil'huomini che si dilettano di frutti d'estraordinaria belezza; et ho finalmente inteso che il Cl.mo S.r Andrea Moresini, nipote del generale Lando, si trovava delli nospersici descritti da lei, et in Pregadi mi sono aboccato seco. M'ha detto che n'haveva due piante grandi et belissime, che quest'anno han fatto quantità di fiori molto per tempo, ma sopravenuto un freddo grande, non solo siano caduti i fiori, ma una sia totalmente morta, et l'altra, mal viva, habbia gettato dal piede, offerendomi tutto quello che a suo tempo se ne possa trare per servire a V. S. M'ha detto, il frutto essere con osso di persico, gialo affatto, perfettamente tondo come il pomo, senza pello, di mirabil gusto et odore, di grandezza di una picciola naranza, et dal suo giardiniere essere chiamato alberges, che credo sia parola spagnola corotta, et mi dà inditio che sia pianta di Spagna, di dove forse potrebbesi havere ciò che si desidera. In Soria certamente non v'è alcun frutto buono, fuor che il pistacchio, la musa, che non mi piace, et il dattolo, che ivi maturisce malamente.
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