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      Quanto a quelle di poponi di Damasco, stimo che non se ne trovi certo, perchè mai l'udii nominare non solo qui, ma nè anco in Soria, dove non sono meloni se non sgratiatissimi, et li migliori son portati di Emit tanto maturi, che si aprono et mangiano con cucchiari; et sono di quella sorte che qui in Venetia chiamiamo meloni da inverno, lunghetti et lissi come le zuche, alquanto giali, della quale specie intendo ritrovarsene a Bologna, e per consequenza credo anco costì.
      L'eminenza della persona(736) per la quale V. S. Ecc.ma desidera queste cose è tale, che gran fortuna stimerei poterla servire, conoscendo in quanta stima s'habbia a tenere et come le sia debbita ogni servitù. Nondimeno io, per li miei rispetti, convengo in queste cose affatticarmi più acciò resti quella servita et V. S. sodisfatta, che per acquistarmi per conto mio alcun merito; onde non intendo che debba mai esser nominata la mia persona, così ricchiedendo l'osservanza delli neccessarii et ottimi ordini della Republica, che molto importano et devono sopra tutte le cose esser radicati nell'animo et nel cuore de' suoi buoni cittadini. Comandi però V. S. Ecc.ma in tutto quello che mi conosca buono, chè il desiderio che ho di servir lei, et sapendo che il mio servitio possi riuscire di gusto a chi prima d'ogn'altro ella desidera servire, farò sempre quel più che sarà in poter mio, acciò dagli effetti conosca la sincerità et grandezza dell'amor mio verso lei.
      Quanto alli quadri(737), m'è stato caro l'aviso havuto da lei.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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