Li dā nova che il S.r Capitano Tomaso Inghirami, nipote del S.r Amiraglio, intende benissimo il modo di adoperare il segreto(740); et in caso, che Dio non voglia, che il Padre Don Benedetto non potessi, satisfarā il detto S.r Capitano, et č con molta satisfatione del S.r Amiraglio. Credo che non harā male, essendoli allegerita la febre, in modo che, se non fusse un pocho di travaglio di mare, sarebbe rimasto del tutto libero. Lui saluta assai V. S. et tutti li sua amici. Altro non ha che dirli, et io vorrei poterla servire in qualche cosa, se bene č troppo rispettoso; et a lei per fine, ricordandomeli servitore, li bacio le mani, pregandoli dal Signore Dio quanto desidera.
Di Civitavechia, per poche hore, il dė 11 di Settembre 1617.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo Ser.re
Fra Anibale Guiducci.
Dice il Padre Don Benedetto che la facci sapere al'Abate la sua indispositione et che li faccino oratione.
Fuori: Al molto Ill.re S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
1277*.
ORSO D'ELCI a [FRANCESCO DI SANDOVAL, Duca di Lerma, in Madrid].
Madrid, 11 settembre 1617.
Arch. generale delle Indie in Siviglia. Estante 140, cajon 3°, legajo 9, intitolato: "Indiferente general. Reales Decretos. Aņos de 1511 á 1617".
Exc.mo Seņor,
Galileo Galilei, natural de Florencia y Mathematico famoso en toda Italia, dize que en sus especulaciones y largos estudios ha hallado como poder graduar la longitud para el beneficio de la navegacion de las Indias, cosa muy necessaria y hasta ora no inventada.
Promete que brevemente y con facilidad hará capazes los pilotos y marineros del uso de un istrumento que ha inventado para esso; y en premio de sus trabajos se contenta de la merced que su Magestad ha declarado para otros.
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