Civitavecchia, 18 settembre 1617.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 37. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r mio,
Essendomi cessata la febre, e ridotta in buon termine la gamba, ho giudicato bene imbarcarmi di nuovo, per servire, sin che haverò forza, ai nostri Ser.mi Padroni. E veramente sopra questi vascelli non mancarà altro che l'uso dell'occhiale; non parlo tanto dell'invenzione mirabile di V. S., quanto dell'ordinaria maniera di maneggiare questo strumento, il quale è trattato peggio che un bellissimo cavallo dai gondolieri di Venezia. Ma se Dio benedetto mi concede ritorno, come spero, proporrò a V. S. et a S. A. S. alcuni particolari, facilissimi a esser essequiti e senza spesa, i quali saranno di grandissima conseguenza. In tanto lei si conservi, e mi raccomandi al Padre Abbate e Padri di Badia, dandoli nova che siamo trattenuti da cattivi tempi in Civitavecchia.
Il 18 di 7mbre 1617.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOblig.mo Ser.re e Dis.lo
D. Ben.tto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A.
Firenze.
Alla Corte(741).
1279*.
FRANCESCO STELLUTI a GALILEO in Firenze.
Fabriano, 29 settembre 1617.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., Nuovi Acquisti, n.° 18. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Con questa vengo a significare a V. S. la ricevuta di due sue lettere in un istesso tempo, cioè una de li 17 di Luglio, che m'è stata mandata di Roma, et l'altra de li 28 di Agosto; che l'una et l'altra mi è stata gratissima, accennandomi in esse la ricevuta delli epitalamii(742) et l'osservatione dell'apparenza di Saturno, che mi pare stravagantissima.
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