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      Ben le confesso havere in ciò sentita una sola mortificatione, simile a quella che hebbi il giorno che feci testamento, nel quale mi commossi parlando di quello che doveva essequirsi doppo la mia morte; perchè, considerando esser venuto in questa deliberatione per mancamento di stimolo, con fermo pensiero che questa sia l'ultima prattica di simil natura, mi sono in un medesimo tempo aveduto già esser fatto vecchio et, per dir così, morto alli piaceri giovanili. Se a questo male si potesse con l'ingegno provedere, io ricorrerei a V. S. Ecc.ma, come a quella che vale in tutto quello che si può valere, et non, come ella mi scrive, solo in trovar servitori et cani; ma conoscendo il male incurabile, convengo accommodarmi alla necessità, et non potendo godere de' piaceri giovanili, goder i commodi proprii de' vecchi, i quali anch'essi hanno certi particolar gusti.
      Mi rallegro in estremo della nuova servitù contratta con l'Ecc.mo Prencipe D. Lorenzo(751), che, come intendo d'altra parte, essendo di indole grande, potrà far grand'honore a V. S. Ecc.ma et giovarli molto, conoscendo la grandezza della sua virtù. Mi rallegro ancora del possesso havuto di cotesta villa di Bellosguardo, nella quale spero che ella attenderà, come dice il Savio, a vivere et laetari: hoc est enim donum Dei.
      Il Germini mi è raccommandatissimo et per suo proprio merito et per quello che V. S. mi commanda, et in tutte le cose che convenientemente si potrà, resterà sempre sodisfa[tto.]Ho havute alcune mandole che maturano al tempo de' perseghi: come mandole son buone, ma come persighi non vagliono(752) se non per curiosità, havendo un non so che di garbetto et di color rosso di dentro.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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