Se v'è di novo, mi farà grazia darmene parte, se bene, per dirla, più non mi curo d'andare ad Garamantas et Indos(803), poichè la servitù che io ho cominciata col Sig.r Principe(804) mi riesce con particolar sodisfazione di S. Ecc.a, con gusto del Sig.r Giovanni Boni, e Mess.r Hercole va in sugo di regolizia: ma quel che importa assaissimo in questo fatto, è che Madama Ser.ma è sodisfattissima, e tanto che non si può dir più, et io ne ho hauti diversi segni; uno de' quali è che l'altreri mi fece chiamar in camera, e dopo havermi fatto discorrere alla presenza del Principe, con quella sua somma benignità e con singolar affetto materno mi pregò che io volessi leggere a' paggi in quell'hora che più mi fosse stata commoda, rinonziando lei la servitù stessa de' paggi la mattina alle torcie, acciò havessero comodità di attendere. Ma essendosi terminato che più comoda hora fosse dopo pranso, il mastro de' paggi, con la confermazione di S. A., voleva che io restassi a desinare da' paggi. Io ricusai per all'hora, e mi scusai con Madama Ser.ma con dire che mi conveniva per quel giorno far certi negozii et in particolar assegnar altr'hore a certi Sig.ri scolari; sì che per all'hora mi salvai. Ieri poi fui aspettato et invitato pur a pranso, ma volsi contentarmi del mio pentolino; e mi lasciai intendere chiaro col Sig.r mastro, che per obbedir S. A. voleva esser servitore a quei signori e non compagno, maestro e non fratello, e lo resi capace che così mi conveniva a fare, e mostrò restar sodisfatto.
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