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      Duolmi anche assai che il Padre D. Benedetto, mio caro patrone, habbi hauto così mala visita, come mi scrive V. S., di quella febbre. Mi rallegro bene che séguiti la servitù del S.or Principe(830) con tanta satisfattione, cosa che non mi è giunto nuova, sì per sapere il suo molto talento, come anco perchè cominciò qui. E gli bacio le mani, e prego il Signore che la prosperi.
     
      Di Pisa, a' 25 d'Aprile 1618.
      Di V. S. molto I.e et Ecc.maS.or Galileo.
      S.re Aff.moGirol.o da S.ia
     
     
     
      1318.
     
      PAOLO GUALDO e LORENZO PIGNORIA a GALILEO in Firenze.
      Padova, 26 aprile 1618.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 38. - Autografi, così la lettera del GUALDO come il poscritto del PIGNORIA.
     
      Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
     
      Tralasciando le ceremonie, alle quali noi altri preti non si sapiamo accommodare se non in chiesa, vengo a dar risposta alla cortesissima lettera di V. S., c'ho letto con infinito mio contento, poichè era molto tempo che bramavo intender di lei.
      M'è rincresciuto intendere che tutta via sia travagliata da certa sua indispositione. Venga a star qualche giorno a Padova, chè forsi quest'aria le sarà più proficua che la natia, e sarà veduta con eguale e forsi con maggior affetto che nella propria patria.
      Non so se V. S. invierà il cannocchiale al S.r Duca(831) a Napoli overo a me qui a Padova: faccia quello che essa giudica meglio; et inviandolo a me, mi farà gratia dirmi il prezzo di esso, poi che basta haver il favore che venga dalle sue mani, sapendo che ancor ella li compra e non son fatti dalle sue mani.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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