Molto Ill.re S.r Ecc.mo
Le lettere di V. S. Ecc.ma mi rallegrano sempre, et quest'ultime m'haveriano rallegrato più dell'altre per la speranza che mi dà di rivedere questa città, se non havessi dalle medesime inteso il fastidioso impedimento nuovamente sopravenutole. Prego Iddio che mi faccia gratia di poterla veder presto.
Il S.r Cremonino mi promette certamente pagarla alla fine di questo. Gli sarò al pelo; doverà pagar l'interesse dell'ultime due fiere, che saran almeno cinque ducati. Ella vederà la copia(852) di quanto mi scrive, in tutto diversamente da quello ha fatto già sei mesi(853). Mi pare esser un huomo, havendo convinto un filosofo peripatetico, capo della setta di Malpaga. Ma forse le Stelle Medicee da lei scoperte m'haveran cagionato sì buon influsso.
Io, per gratia del Signor Dio, sto benissimo, e tanto meglio quanto che fra un mese aspetto mio fratello da Verona, dal quale resterò solevato delli 3/4 delli negotii.
Haverà ella inteso le machinationi scoperte in questa città(854), che pur doveriano levar dal sonno tutto il mondo, perchè hodie mihi, cras tibi. Temo, la rovina comune esser fatale, poichè la prudenza humana, che potria porgervi opportunissimo rimedio, resta del tutto inutile et morta. Che sarà fine di queste, pregandole dal Cielo sanità et contento.
In V.a, a 2 Giugno 1618.
Di V. S. Ecc.maTutto suo
G. F. Sag.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re S.r Oss.moL'Ecc.mo S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1329*.
GIOVANFRANCESCO SAGREDO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 23 giugno 1618.
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