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      Di nuovo qui non habbiamo cosa di momento: ancora non s'è fatta elettione d'alcun dottore nel luogo del Gallo(896): il S.r Vic.o Contarini, che legge l'humanità in concorrenza del Beni, ha dimandato licenza, professando non voler più leggere, ma attendere a comporre certe sue historie.
      Qui le zatte quest'anno non son state molto buone. Nel resto, tutti gli amici di V. S. son sani, et io le vivo al solito affetionatissimo servitore e le prego compita felicità.
     
      Di Pad.a, alli 14 Sett. 1618.
      Di V. S. Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
      Paolo Gualdo.
     
      Non ho mai saputo se V. S. habbia mandato il canocchiale al S.r Duca d'Acerenza.
     
      Fuori: All'Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
      Fiorenza.
     
     
     
      1349.
     
      VIRGINIO CESARINI a GALILEO [in Firenze].
      Roma, 1° ottobre 1618.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 62-65. - Autografafa.
     
      Molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo
     
      Tornandosene costà il S.r Giovanni Ciampoli, commune nostro amico, ho volontieri accettata l'occasione oportuna che mi si rappresentava di bacciar a V. S. le mani e ricordarle l'osservanza che professo al suo nome. Compiacciasi dunque ch'io per mezzo di queste righe la riverisca, e l'esponga il desiderio intenso che vive in me d'esser stimato da lei non indegno della sua grazia; il che mi promette la singolare sua cortesia, da me esperimentata, a cui se non attribuissi la stima ch'ella ha mostrato di fare di me e del mio poco ingegno, havrei già dato luogo nel'animo mio a qualche pensiero di vana gloria, essendo più volte stato favorito dalle onorate testimonianze di lei: le quali se bene da me non erano meritate, voglio credere che in me non sieno state inutili, perchè dalla conoscenza di lei meravigliosamente mi sentii infiammare al desiderio di sapere qualche cosa, e con la guida de' suoi discorsi elessi strada migliore alla filosofia e conobbi una certa logica più sicura, i cui sillogismi, fondati o su le naturali esperienze o su le dimostrationi mathematiche, non meno aprono l'intelletto alla cognitione della verità, di quello che chiuggano le bocche ad alcuni vanissimi e pertinaci filosofi, la cui scienza è opinione, e, quel ch'è peggio, d'altrui e non propria, e forsi di tal huomo, che se per sorte fusse ora presente a poter godere dele contemplationi di nuovo trovate, sarrebbe egli il primo a partire dalla opinione già da lui scritta.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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