Io non posso negare che i discorsi che da lei udii, mentre si trattenne in Roma, non fossero in me semi fecondi di molte considerationi, da me poi fatte: e mi avvenne nel'ascoltar lei quel che succede a gli uomini che sono morsi da piccioli animali, i quali ancorchè nel'atto del pungere non sentano il dolore, dopo l'impressione della ferita s'accorgono del danno ricevuto; perchè io, non mi accorgendo d'essere ammaestrato, m'avvidi, dopo i suoi discorsi, haver fatto l'animo alquanto filosofico. Et in vero nella pratica de' grandi huomini avviene (sì come diceva Seneca) che spesso gl'ingegni, ben che rozzi, di chi con essi conversa, non se ne avvedendo, restano mutati e coltivati, come anco quei che escono dalle botteghe de' profumieri, ove habbian dimorato per qualche spazio di tempo, benchè non habbiano comprati odori et unguenti, contuttociò odorano e seco di là portano una qualità soave, che ad altri porge diletto. Io non dirrò che spontaneamente non applicassi l'animo a' ragionamenti di V. S. e che da quelli non cercassi trarne qualche utilità per l'intelletto, perchè mentirei e mi dechiararei seco per huomo di troppo mal gusto e d'infinita trascuragine; ma applico a me la similitudine narrata, in quanto che, senza haver frequentato molto i fonti della scienza di lei, ho contuttociò participato della salubrità che le acque di quegli sogliono arrecare a gli intelletti, i quali molte volte, non altrimente che i corpi infermi hanno talora bisogno di acque de' bagni minerali, così anco havrebbero necessità d'essere mondati e sanati di stolidità e frenesia aspergendosi in fiumi limpidissimi, quale è l'eloquenza e scienza di V. S., per mezzo del'una delle quali sì come ella conosce le più tenebrose dimostrationi che sieno nella natura, così per l'altra rende le medesime habili all'altrui capacità: perchè non meno io ho sempre ammirato in V. S. quello ch'ella intende, del modo con che ella lo esplica, rischiarando col lume dell'ingegno suo non solo le contemplationi oscurissime, ma illuminando anco le menti caliginose, al che fa di mestieri una eminenza di luce intellettuale che a pochi si legge concessa.
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Roma Seneca
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