Aff.mo Ser.rVirg.o Cesarino.
Fuori: Al molto Ill.r Sig.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei, Linceo.
1350*.
GIOVANFRANCESCO SAGREDO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 13 ottobre 1618.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVIII, n.° 80. - Autografa.
Molto Ill.re S.r Ecc.mo
Non doverà V. S. Ecc.ma meravigliarsi del mio silentio, perchè sono stato fuori queste passate settimane a piacere col Cavaliere Bassano, una sua sgualdrinotta, un suo bufone magro et una mia putella, con mezo il suo parentado. Ho portato meco tutti i canoni per farne una scielta et accommodamento generale, et al Cavalliere ho fatto portare i suoi peneli, spatole, colori. Io non ho havuto tempo di attendere alli canoni neanco per un'hora, perchè dicendo il Cavaliere di voler star allegramente, ha bisognato secondare tutti li suoi humori fernetichi. Voleva ritrare la casa, le teze, la cantina, la stala, i cavalli, tutti i frutti et ammali che vedeva; ma infine a fatica ho fatto abbozzare la putta et fare la mia testa, un piato di tartufi, un altro di persichi. Una volta si siamo rivolti in carozza, et precipitati in un fosso asciuto. Il bufone s'è tutto ammacato, gl'altri tutti salvati senza offesa, et habbiam preso gusto da questo accidente, perchè habbiamo fatto rinegare et maledire mille volte da lui la nostra incredulità, mostrando ogn'uno di noi di credere che li suoi gridi et lamenti fossero da burla per farci ridere: onde credo che se fossimo stati alli confini di Turchia, si fosse fatto musulmano da disperatione.
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