Le novità vedutesi ne' giorni passati per il cielo svegliano gli huomini anco non curiosi, e sforzano a levarsi di letto i più sonnachiosi e pigri della città di Roma, in cui non potrebbe V. S. imaginarsi che movimento habbia fatto l'apparitione di due comete, e che raggionamenti sciocchi e popolari abbia suscitato. Io, ancorchè mi trovi ora occupato e trattenuto in una rigorosa et noiosa purga, come credo che il S.r Ciampoli le habbia detto, non ho perdonato però alla fatica di stare una notte ad avvertire queste apparitioni; e ciò fu hieri a notte, che fu venerdì, trovandosi per buona sorte il cielo purissimo, e mondato da una potente tramontana. Notai quello che mando a V. S. scritto nella inclusa carta(911) et ho hoggi (non fidandomi della mia poca esperienza) conferito con li mathematici de' PP. Gesuiti, che sono stati qui da me a favorirmi, dal parere de' quali confirmata le mando la già detta scrittura. Potrà V. S., se havrà costì avvertito, conferirne le sue osservationi, e degnisi di nominare l'audacia ch'ho havuto dell'incomodarla, rispetto di curiosa osservanza verso persona a cui con ogni humiltà s'inchina il mio intelletto; e s'ella havrà qualche particolarità intorno alle dette apparenze che non le paia bene porla in carta, degnisi a bocca di conferirla al S.r Ciampoli, il quale al suo ritorno me ne farrà partecipe.
Mi era scordato dirle che quella cometa vicina all'Idra, che altri hanno chiamata Tripula o Trabe, a noi è parso chiamarla Xiphia, con l'autorità di Plinio nel lib.
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