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      Vengo con libertà e candidezza, senza nessuna scusa o cerimonia, a conferirlo con V. S., nella quale, oltra l'eccellenza della dottrina, lontana dalla volgare, assai a me nota prima, scopersi ancora una sincerità grande et un proceder libero, che m'invita ad usar seco questa libertà. Desidero da lei consiglio et aiuto: prima quello, havendo risoluto di volermi attenere ad esso, se V. S. si degnerà a darmelo et a far certissimo supposto ch'io mi voglia tutto regolar secondo che da lei mi verrà prescritto.
      Il mio pensiero era di dedicar il libro al S.r Card. Medici. V. S. si fermi. Io so benissimo come da' Principi hoggi per lo più si ricevano queste cose, e che talhora è meglio di far capitale di un minuto prelato che le ambisca, come a me (dico vero) di presente senza merito accade. So ancora, che per esser il libro piccolo, può parer più leggiere il dono. So la scarsezza delle cose, e come di rado si trova Principe che da vero fomenti le lettere, e massime queste che volgarmente chiamano belle, et in Italia, non senza infamia della nazione appresso le genti straniere, e da Principi e da altri mal trattate e poco stimate. Ma per l'altra parte ho urgenti rispetti che mi tirano a questa risoluzione di elegger persona grande, e questa casa in particolare. Il primo è che nell'opera si fa qualche menzione di libri Fiorentini o Medicei, et io per questa via ho particolar genio a quella stirpe, gli antenati della quale leggo haver rimesse le lettere Greche e Latine in Italia, e se volemo dir il vero, la filosofia in buona parte, e massime la Platonica, essendo da Lorenzo de' Medici chiamati gli huomini dalla stessa Grecia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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