Successe, poco innanzi 'l mio ritorno, che, impedito l'agente nostro principale fuori di questo luogo, rimase a lui la cura di espedire per la Piave certe ferramenta. Il galanthuomo, non ostante una grandissima escrescenza d'acque et gli avertimenti e protesti (che io tengo in scrittura) de' marinari, volle carricar la ferramenta, la quale necessariamente pericolò; ma per tutto ciò si ostinò ancora a fare la seconda espeditione, della quale seguì l'istesso, con danno nostro di 200 ducati incirca. Li marinai si risolverono andarsene, e costui voleva da nuovo espedir altra ferramenta, quando io, avisato da loro della bestialità (che per altro nome non so chiamare cotale attione), scrissi e rescrissi, et protestai che se havesse proseguito innanzi, l'haverei sottoposto ad ogni venturo danno, sicome lo intendeva obligato al passato, seguito senza fallo per sua propria pazzia et ignoranza et ostinatione ancora. Mi rispose che vedeva non saper darmi sodisfattione, onde prendeva licenza, et io incontrai prontamente l'occasione et gliela concessi; ma perchè per sue facende l'altro agente nostro s'era partito per casa sua, dissi che aspettasse il ritorno di quello, che per gratia del Germini era persuaso, o così mi scriveva per ingelosirmi, a non ritornare più al nostro servitio: et per tutto ciò si è mostrato difficilissimo di aspettar, se non che questo ritornasse, almeno me ne venissi io queste parti; dove ulteriormente giunto e fatto levar il suo conto, mi ha richiesto d'accrescimento di provisione, di bonificationi insolite et inusitate et di donativi ancora, perchè si è veduto debitore sopra libre milli e quattrocento de piccoli.
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Piave Germini
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