Di me si può assicurare che il suo merito, conosciuto et stimato infinitamente da me, et la sua dolc[e] conversatione di Roma mi hanno legato a esserli servitore et a offerirmi[gli] prontissimo in ogni occasione, come fo con la presente. Et per fine le bacio la mano.
Di Parigi, a' 18 Dicembre 1618.
Di V. S. molto Ill.re
Quando V. S. haverà qualche cosa di bello, la supplico di favorirne queste parti settentrionali, che ancor qua è stimata et [hon]orata la virtù, et forse più sinceramente et liberamente che altr[ove].
Serv.re Aff.moIl Vescovo di [Cesarea].
Fuori: Al molto Ill.re Sig.re mio Oss.moIl Sig.re Galileo Galilei.
Firenze.
1363*.
GIOVANFRANCESCO SAGREDO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 22 dicembre 1618.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVIII, n.° 82. - Autografa.
Molto Ill.re S.r Ecc.mo
A quello che accenna a V. S. Ecc.ma il S.r Zaccaria mio fratello nelle aligate sue lettere(917), haverei da aggiunger molte cose, poichè, siccome certa simulatione del Germini, mescolata con mille promesse et essibitioni, ad altro non mirava che ad impatronirsi, per suoi disegni, de' nostri negotii, così noi, ingannati da una falsa opinione c'havevimo della sua bontà, più volte l'habbiam lodato a V. S. Ecc.ma, non prevedendo che tutta l'amorevolezza et humiltà ostentata era effetto della sua ingordigia. Parte egli debbitore per intacco fraudolentemente fatto, mentre egli haveva deliberato partire sotto pretesto di esser necessitato andar alla patria, ma in effetto perchè era disperato haver da noi il supremo governo de' nostri negotii, essendo stato scoperto inetto a quel servitio.
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