Č partito con poca gratia del Sig. Zaccaria mio fratello, et č venuto in questa cittā senza pur una sua riga. Č venuto a trovarmi, fingendo volersi partir subito per costā, seben s'č poi fermato per trovar padrone. Potrebbe essere che partisse hoggi: et ad ogni buon fine ho voluto far cenno del seguito a V. S. Ecc.ma del seguito (sic); et se venisse a trovarla, sappia come passa il negotio.
Sta a Murano in fuoco un nuovo patelato: non credo sia all'ordine per un mese.
Mando a V. S. Ecc.ma un vetro de' miei non riusciti. Il colore č verde, per mancamento di zafaro; ha torticci, per esser fatto in cilela; ma nel resto apparisce fatto apunto di cristallo di monte senza pulega et chiaro. Et per fine a V. S. Ecc.ma baccio affettuosamente la mano.
In V.a, a 22 Dicembre 1618.
Di V. S. Ecc.maTutto suo
G. F. Sag.
1364*.
FEDERICO CESI a [GIOVANNI FABER in Roma].
Acquasparta, 24 dicembre 1618.
Arch. dell'Ospizio di S. Maria in Aquiro in Roma. Carteggio di Giovanni Faber. Filza 423, car. 213.- Autografa.
Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig.r come fratello,
Rispondo al S.r Cesarini l'inclusa, qual V. S. potrā vedere e poi chiudere e presentare. L'ho scritta frettolosamente, et in essa vedrā che per ancora non posso dir d'haver osservato niente a mio modo il cometa, stando preparato di farlo, e molto a proposito per la mia fatica celeste(918).
M'č stato caro intender quanto m'avisa tam de rebus externis quam urbanis e de' ragionamenti fatti. Mi piace che V. S. habbia havute quelle accoglienze che se li devono, et insieme che habbia ben conosciuto il genio della persona, come poi, piacendo a Dio, discorreremo a bocca.
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