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      Habbiamo persi doi compagni: resta che preghiamo Dio per loro, come qui farò nelle esequie, e che pensiamo a risarcire le perdite con le ascrizioni.
      Mi sarà molto caro veder li discorsi in materia delle comete, chè veramente il spettacolo di questi mesi passati è stato bellissimo, et haverei goduto grandemente esser appresso V. S. e conferirle i miei pensieri, e massime trovandomi ingolfato più che mai nelle celesti contemplazioni.
      Le mando una particola della lettera del Remo, medico e matematico di diligenza non ordinaria nelle osservationi celesti, scritta al S.r Fabri nostro. V. S. quando le sarà commodo, potrà riscrivermi secondo le parerà.
      Il S.r Fabio Colonna nostro, nel'esser venuto per quattro soli giorni in Roma, ha voluto favorirmi di venir sino qua a vedermi, che invero m'è stato di grandissima consolatione, e massime vedendolo sempre più infervorato e nelle sue assidue compositioni e nella commune impresa. Bacia a V. S. le mani, e l'invia tre copie della sua Sambuca(933), che potrà darne una al S.r Pandolfini.
      Non mi stenderò io più in longo. V. S. sa che con l'animo son sempre appresso di lei, e che desidero sempre servirle. Mi commandi, mentre di tutto core le bacio le mani.
     
      D'Acquasparta, li 15 Febr.o 1619.
      Di V. S. molt'Ill.reAff.mo per ser.la sempre
      Fed.co Cesi Linc.o P.
     
     
     
      1375**.
     
      ROBERTO GALILEI a GALILEO in Firenze.
      Lione, 16 febbraio 1619.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 60. - Autografa.
     
      Molto Ill. Sig.re mio Oss.mo
     
      Ha sempre in me regnato un desiderio che si porgessi qualche occasione per mostrare l'animo mio verso di lei; il quale se fussi secondato da qualche suo comandamento, per potergli fare vedere con effetti questa mia buona voluntà, lo reputerei a mio grande favore.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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