Et per fine ricordandomele servitore, le bacio le mani.
Di Acquasp.ta, li 6 di Agosto 1619.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
Franc.o Stelluti.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo[Il] Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
1410.
GIO. BATTISTA BALIANI a GALILEO in Firenze.
Genova, 8 agosto 1619.
Bibl.Naz.Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 70-73. - Autografa la sottoscrizione. Sui margini dell'originale GALILEO scrisse di sua mano due postille che riproduciamo, richiamandole ai luoghi ai quali si riferiscono.
Molto Ill.re et Eccell.mo mio Sig.re Osser.mo
Mi è capitato alle mani un Discorso delle Comete del Sig.r Mario Guiducci(1002), e veduto che contiene dottrina di V. S., l'ho letto con grande avidità; il quale mi ha dato occasione d'alcuni dubii, che se non glie li proponessi per haverne la solutione, mi parrebbe di privar me stesso di quelle gratie che tal hora è stata solita, per sua gentilezza, di concedermi. Parlerò senz'altro ordine, fuori che quello che mi porgerà l'istessa lettura del libro.
Et incominciando, dico che mi pare bellissima l'esperienza accennata a fog. 10(1003) del vaso concavo rotondo, che velocemente giri intorno al suo centro, in cui l'aria contenuta rimane quieta, come per la fiammella della candela accesa, che non si piega, si conosce chiaramente; da che si conosce l'error di coloro che vogliono che non solo il fuoco, che pongono nel concavo della luna, ma l'aria etiamdio, si muova col moto del cielo.
Mi pare sottilissimo il discorso, pure cominciato a fog.
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