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      Ma ciò non basta, perchè bisogna che la convessità dell'una sia totalmente simile alla concavità dell'altra, perchè altrimente si toccherano in un ponto. Donque ne segue quel che ho proposto da principio, che le superficie de' corpi duri per lo più si toccano per ponti, perchè questo segue ogni volta che le dette due superficie non sono overo ambidue perfettamente piane, overo una concava e l'altra convessa, e che la concavità dell'una non sia totalmente simile alla convessità dell'altra, e che queste tali superficie sieno opposte per a ponto l'una all'incontro dell'altra; le quali cose quanto di rado possano succedere, lo lascio giudicare a chi è atto a penetrare il vero, come è V. S. Nè mi si dica che queste ragioni militano in due superficie grandi, le quali tutte non si toccheranno insieme, ma ben si toccheranno le particelle dell'una superficie con quelle dell'altra; perchè non seranno due particelle di superficie tanto piccole, che havendosi a toccare non militino in loro l'istesse difficoltà. Quindi è ch'io ho detto che i vetri et diamanti comprendono poca aria nello stroppicciamento che fanno fra loro, come quei che si toccano in soli ponti.
      Per quello che apertiene alle sottili sue considarationi intorno alla materia, luogo e movimento della cometa, dico, che presupposta per verissima la suoa bella consideratione a fog. 18(1007), che la paralasse non opera ne gli oggetti apparenti e non reali, il ponto consiste in vedere se la cometa sia una di quelle imagini vaganti nelle quali non ha luogo la paralasse.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687