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      Quel Signore però, contra ogni mio volere, me ha voluto dare sino dieci ducatoni, cioè £ 82 delle nostre, dicendomi che tanti appunto ne i conti di lei ne haveva de rotti, et che per tanto me comanda a dover tuor questi. Il resto però de quelli sarà da me conservati per impiegarli in quello che lei si compiacerà comandarmi, o in marcanzia o vero in robbe per la nostra cara Madre Suor Maria Celeste(1026), la qual tanto bramo di vederla: et se in questo suo bisogno de ubidienza lei mi conose buono di poterla favorire de qui in qualche cosa, sapi V. S. che io desidero d'impiegarmi in suo servitio; et in sto tanto continuerò a pregar Dio benedetto che doni forze et aiuto tale a quella povera figliuola (la qual veramente in questa sua convalesenza non haveva bisogno di questo aiuto), acciò possi far buon prencipio et meglior fine in questo suo caricho.
      Della mia venuta costà non posso scoprire sinhora il quando potrò partirmi; lo saprò però alla più lunga a mezzo il foturo mese.
      È verissimo quello che V. S. mi scrive, che la nipote che fu del q. S.r Acqua Pendente sia acasata in tun germano de sangue del Cl.mo mio padrone(1027), con una dotte che passa di gran lunga a m/100 duccati.
      Nè mi restando che aggiongerli, fenisco col baciarli le mani et con il far le solite mi raccomandationi.
     
      Di Ven.a, adì 17 Agosto 1619.
      Di V. S. molto Ill.reAl S.r Galileo.
      Se.re Affetuoss.mo et Cordialiss.moGiovanni Bortolucci.
     
      1618, adì 8 Ott.o
     
      1618, adì 28 Luglio.
     
      Per tanti contadi(1028) de suo ordine a M.ro Giacomo Bazzi,d. 4.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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