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      Io mi rallegro che l'Hipocrate Chio et Eschilo (amatore delli quali io sono particolare) stiano a parte mia, cosa ch'io non ho letto mai per ancora, benchè li vapori (senza bisogno) hanno ingombrato ancora l'opinione loro.
      [Pag. 17(1036)] Io mi maraviglio che V. S. concede la paralasse et l'adopera per sè nelle comete per argomento, et poi è tutto contrario et dubbio; pur io vedo ultimamente che V. S. vole essercitar l'ingegni speculativi: et veramente rationes dubitandi non mancano. V. S. fa distintione fra li obietti visibili, veri, reali, et apparenze, imagini overo reflessioni di lumi etc.: cosa veramente molto sottile et acuta, et, per dire il vero, io non lo capisco bene. Pur tanto io conosco delli essempi, che lei non dà termini nè circonscriptioni sensibili a quelle reflessioni, come per essempio sono i raggi del sole (et anco l'ombra terrena), li quali estremi non si conoscono sensualmente se non per ragioni, speculationi et intervento di qualche corpo reale. Così V. S. crede che la nuvola nella quale si riflettono li raggi del sole, come anco delli parelii, iridi, longhissimi tratti et raggi del sole visti nella superficie del mare etc., non faccia altra paralasse che il sole istesso (la quale non trapassa l'1/8 (sic) cosa insensibile), cosa veramente molto inviluppata, principalmente al primo aspetto.
      Sit corpus solis ABC; nubes rorida vel vaporosa, que lumen solis excipit et repercutit in formando halone, DEF; duo loca terrae G, H diametraliter opposita, ex quibus quilibet sibi fingat suum halonem: alter in H videbit halonem sub angulo EHF, alter in G sub DGE, et sic intermedii suos quoque videbunt halones.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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