La scrittura del Mathematico del Collegio Romano(1037), quale V. S. cita, io l'ho ben vista, ma non l'ho per adesso appresso di me, nč manco mi ricordo de' suoi argomenti; pure io credo che lui forse ponerā il circulo cometico come il Marte, il quale, come anco [vedi figura giove.gif] et [vedi figura saturno.gif] ha il sole per centro et principio motivo, et che circondi ancora il circulo annuo, et non che trapassi il centro della terra per amore della elongatione pių di 100 gradi a sole, et non che sia epiciclico, come fa Tichone in [vedi figura venere.gif] et [vedi figura mercurio.gif]. Io, come ho inteso, credo che l'abbia composto il Padre Grasso(1038), Genoese.
Che le comete ascendino per linee rette ut per brevissimam viam, č stato sempre opinione di Kepplero et anco mia; anzi io do la ragione, come V. S. ancora vedrā da la sudetta lettera di Kepplero: alias, si circulariter moverentur, cur non a sole, comuni omnium planetarum motore, ad ductum zodiaci invitarentur?
Della refrattione mi nasce un dubbio, perchč io non so se V. S. anco ammetta rifrattione oltra li 40 gradi d'altezza: la cometa anco in altezza di 50 o 55 gradi č stata un poco arcuata: De his alias.
Restaria da provare come la luce si faccia visibile (cum lux non luceat nec coloretur, nisi densa recipiatur materia), la quale, reflettendo, formi la cometa, et molti altri dubbi: come dire, che la lente recipiente i raggi solari circa finem caude fosse magior o poco meno del sole stesso, benchč ogni poco di pianura stesa basta; onde tal materia sia generata et come (poi esser l'ethere stesso congelato sopra [vedi figura saturno.gif] per defecto delli raggi et forza del sole, come si prova della fiacca illuminatione di [vedi figura saturno.gif], et anco l'oscuritā et densitā di tal luogo pol bastare per render visibili li raggi ripercussi: certe materia lucis cognitu est difficillima): ma il tempo per adesso non lo permette, nč il genio mio lo concede, il quale tutto turbato di questi tumulti et ribelli, et che quasi non habbiamo luogo permanente: dabit Deus his quoque finem aut funem gallicum.
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