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      Nelli particolari di questa materia io procuro sodisfarmi nella mia opra delle celesti contemplazioni(1042), nella quale, come in ogn'altra mia cosa, si vedrà la stima ch'io faccio de' suoi pensieri et opre.
      Habbiamo perduto, come già haverà inteso, il Sig.r Demisiani(1043), mancato di questa vita in Parigi per infirmità dissenterica: resta che preghiamo N. S. Dio per lui, com'io già qui ho fatto farne esequie, e procuriamo risarcire le perdite fatte con nuovi soggetti.
      Dal Sig.r Colonna nostro presto haveremo novi parti. Intanto sto con particolar desiderio d'intender se V. S. ancora ha havuta alcuna copia delle sue Sambuche(1044), che di Roma ho procurato di nuovo se li mandino.
      Il S.r Cesarini sta debole di sanità, con mio grave dolore; e la morte della S.ra Duchessa sua madre l'ha afflitto assai(1045), e con raggione, per esser signora di gran merito et ancor d'età fresca. Pure spero sempre più, quel che desidero con tutto il core, che debbia rinfrancarsi e rihaversi.
      Di me le diedi nuove che, Dio gratia, me la passavo bene, con un'altra figlia femina. Mi ritrovo similmente con il S.r Stelluti nostro, con più gusti di casa che di campagna, per le stravaganze di così stemperati tempi.
      Non aggiugnerò altro per hora. Replico il continuo desiderio che ho d'intender buone nuove di lei e di servirla, e con tutto il core le bacio le mani. N. S. Dio conceda a V. S. ogni contentezza.
     
      D'Acquasparta, li 10 7bre 1619.
      Di V. S. molt'Ill.re e molto Ecc.te
     
      Saluto il S.r Pandolfini di tutto core.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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