Veggo che desiderate haver nota della mia famiglia, sì che ve la mando qui inclusa(1052). Di nostra madre intendo, non con poca maraviglia, che sia ancora così terribile; ma poi che è così discaduta, ce ne sarà per poco, sì che finiranno le lite.
Di gratia, considerate un poco sopra il mio stato, e datemi qualche consiglio; et per l'amor de Dio e de' miei figliolini non mancate a l'occasione del vostro aiuto, e credetemi che Dio m'a mandato una famigliola gratiosa e degna d'esser amata. Non sarò più lungo, avendovi scritto dui giorni fa per via di M.r Pietro, corriere di cotest'Altezza. Vivete allegramente, con darmi avviso spesso di voi et di tutti, alli quali con tutti i mia di cuore mi raccomando, et prego da Nostro Signore sommo bene.
Di Monaco, li 10 d'Ottobre 1619.
Di V. S.
Aff.mo Fratello
Michelag.lo Galilei.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.moSig.r Galileo Galilei, Matematico del Ser.mo G. Duca di Toscana.
Fiorenza.
1423*.
GIOVANNI CIAMPOLI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 18 ottobre 1619.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 91. - Autografa.
Molto Ill.re S.r e P.ron mio Oss.mo
Il P. Grassi Giesuita, tornato ultimamente da Perugia, ci ha questa sera portato il suo Discorso intorno alla cometa(1053). Non ho ancora potuto leggerlo, nè voglio differire di mandarlo a V. S., dalla quale so che era aspettato. Dicemi il Padre, haver proposto le sue ragioni il meglio che haveva saputo, ma però che ha sempre trattato di lei honorandola. Ella potrà vedere il tutto in fatto.
Desidero intendere particolare avviso della sanità di V. S., la quale mi pare che deva essere un pudico voto di tutti quelli che sono desiderosi di sapere; acciò ella possa far gratia al mondo di quei mirabili concetti che nascono nell'eminenza del suo ingegno.
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