L'osservanza che ho portato a V. S. sino nel mio tempo di studio in Padova, quando V. S. legeva matematica, fa che al presente di novo vivifichi seco la servitù mia, se ben per la longhezza de molti anni haverà presso di sè scanzellato la memoria della persona mia; e perciò havendo nella professione sua imparato io qualche cosa, mentre V. S. legeva in detto Studio, così, per obligo et di natura et di servitù, nelle ocasioni son tenuto honorarlo et riverirlo, nè lasciar oltregiare la professione da persone mal dicenti. Hor donque occorre che quel Baldesarre Capra, quale furtivamente fece stampare le sue fatiche in materia della nova inventione del Compasso Geometrico, s'è messo in posto ancora trattarne alle volte nelle congregationi de' studiosi; sì che, parendomi il dovere che eruat veritas veritatem, vengo pregar V. S. restar servita voler far gratia di mandarme uno para di quelli soi libri, sopra quali appare il dolo et la sentenza che detero li Reformatori del Studio di Padova, acciò me ne possa servire nelle ocasioni di mostrar al mondo il valor suo, e per lo contrario la temerità di questi tali che ardiscono violare la virtù et fatiche d'altri. Prego donque V. S. farmene gratia, chè gline restarò con perpetuo obligo. Alla quale, facendo fine, gli prego da N. S. ogni bene.
Da Milano, alli 29 9mbre 1619.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo Ser.e
Alessandro Tadino,
fisico collegiato.
1429.
GIOVANNI CIAMPOLI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 6 dicembre 1619.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car.
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