V. S. mi conservi la gratia sua, e si persuada che io le vivo servitore svisceratissimo, con quella singolar reverenza che si deve all'eminenza delli meriti suoi.
Di Roma, il dì 6 di Dicembre 1619.
Di V. S. molto Ill.reDev.mo et Obblig. Ser.re
Gio. Ciampoli.
1430*.
GIULIO CESARE LAGALLA a [GALILEO in Firenze].
Roma, 21 dicembre 1619.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 83-84. - Autografa la firma.
Molto Ill.re et Eccel.mo Sig.r mio P.ron Oss.mo
Il degno rispetto che ho sempre hauto di non impedire li suoi profittevoli et honoratissimi studii mi ha trattenuto lungo tempo di fargli riverenza: non ho possuto però in questa occorrenza, della quale li do raguaglio, far di meno di non affaticarla et ricorrere al saviissimo et prudentissimo suo giuditio, desiderando da V. S. sapere se ella ne ha qualche cosa vista et osservata.
La sera delli vinti setti del passato, alle due hore di notte, fu vista in occidente, tra l'equinotiale et il tropico di Capricorno, ma più vicina al tropico, una cometa barbata, con il principio poco sopra l'orizzonte, cioè da quattro gradi in circa, ma con la sua longitudine verso levante, longhissima, et a mio giuditio più di 30 gradi. Il giorno seguente apparì all'istessa hora, della istessa lunghezza, ma di latitudine grandissima della base o ver fine della barba; et in queste due notte che apparve conspicua, fu sempre il cielo nuvoloso, oscuro, et con pioggia minuta et con molto vento, principalmente in quella parte dove la cometa appariva. Le due sere seguenti non si vidde, per esser stato tempo sereno.
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