È venuto qua il S.r Paolo Santini, mio parente; e per haver tenuto servitù con V. S. Ecc.ma, mi ha anco fatto conoscere maggiormente il mio debito con lei. Le fa reverenza, com'io faccio con tutto l'affetto. E perchè non mi pareva di haver stato in Congregazione amovibile(3), feci passaggio in religione di Somascha qua a Monte Citorio, quale se bene ha molte case, massime in Lombardia, io penso stantiarò qua, ove ancora vengono la più parte de' nostri libri, che potrò recuperare. Me le offerisco quel devoto servo di sempre e le b. le mani con particolar affetto. Il Signore le conceda compita felicità.
Di Roma, a' 10 Gennaio 1620.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maServo Dev.mo in Christo
D. Antonio Santini, C. R. S.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo S.r Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
1435*.
GALILEO a FORTUNIO LICETI [in Padova].
Firenze, 11 gennaio 1620.
Riproduciamo il seguente capitolo di lettera dall'opera: De novis astris et cometis libb. VI, in quibus elementarium caelestiumque stellarum recentium, tum sine coma tum crinitarum, in alto micantium affectiones primum adducuntur, ecc.: autor FORTUNIUS LICETUS, ecc. Venetiis, apud Io. Guerilium, MDCXXIII, pag. 194. - Si può tener per certo che la lettera sia stata scritta da GALILEO in italiano, e fatta poscia latina dal LICETI.
Perillustri ac Excellentiss. Fortunio Liceto, Patavinae Scholae
Philosopho, Galileus Galileus S. D.
Stellae laterales Saturni, eorum quae praedicere ausus fui, id effecerunt quod ego assertive affirmavi; sed non tamen alia peculiaria, quae ego dubitative coniecturaliterque scripsi: nempe redierunt tempore a me praedicto; sed postea non amplius delituerunt, et semper visae sunt et videntur etiam, et, meo iudicio, non occultabuntur prius quam circa annum millesimum sexcentesimum vigesimum sextum.
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