Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.maSer.re Devotiss.o
Lorenzo Pignoria.
1438.
FORTUNIO LICETI a GALILEO in Firenze.
Venezia, 26 gennaio 1620.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 107. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio,
Io resto con obbligo infinito a V. S. del favor fattomi nel darmi contezza delle apparenze di Saturno(14). Quanto al minuto ragguaglio che mi ricerca dello Studio sin dalla sua partenza, le dirò quello che dalla memoria me ne verrà somministrato.
La frequenza degli scuolari si è mantenuta sempre la medesima che V. S. la lasciò, se bene in questi due ultim'anni pare alquanto scemata. Lo Studio è assai quieto, essendovi tutti questi anni seguite pochissime quistioni e senza morte.
Passò due anni sono a miglior vita il S.or Gallo(15), in cui luogo fu trattato di condur di Francia il S.or Giulio Paci Vicentino; ma, se bene si dice ch'egli fusse condotto, non è però ancora giunto, e vi è chi tiene ch'e' non sia per venire in Italia. Morì parimente il Galvano(16), suo concorrente, la cui cathedra fu data al S.or Marta(17), il quale ha poi gagliardamente pretesa quella del Gallo; ma sin hora non gli è venuto fatto di ottenerla. Si stampano dal Giunti li suoi Digesti Novissimi(18), opera di molti volumi.
Successe al Soazza(19), morto, nelle Pandette il Pola(20) Veronese, a cui, poco doppo passato ad altra vita, successe il Coradino(21); et a questo, assai presto morto d'infermità, è succeduto il Boato(22), avocato Padovano.
Il Cesana(23), che le feste leggeva de regulis iuris, rinunziò la lettura, si dice per non haver potuto haver le Pandette, et in suo luogo fu posto il Galvano(24) Padovano, il quale litigò molto per entrare in Collegio, dove finalmente fu ammesso.
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