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      Queste stelle sono state a tutti sin ora inosservabili ed invisibili: io, coll'eccellente telescopio da me ritrovato e fabbricato, le ho scoperte, e per dodici anni continui osservate; ne ho con lunghe e laboriose vigilie ritrovati i movimenti ed i periodi, e fabbricatone le tavole, colle quali posso in ogni tempo futuro calcolare le loro congiunzioni, eclissi e gli altri accidenti soprannominati, mediante i quali ogni notte ed in ogni parte della terra e del mare posso puntualmente sapere la mia longitudine: ogni notte, dico, che si veda la stella di Giove, il che accade per tutto l'anno, eccetto quei giorni che ella sta sotto i raggi del sole.
      L'impresa è grandissima, e che forse poche ne sono state che avanzino questa in nobiltà, perchè ella si appoggia e fonda sopra tre grandissime maraviglie, le quali mi è bisognato investigare. La prima è stata il ritrovare uno strumento col quale si moltiplichi la vista quaranta e cinquanta volte sopra la facultà naturale; la seconda, ritrovare in cielo un nuovo mondo, con quattro nuovi pianeti che intorno ad esso si vanno rigirando; terzo, ritrovare i tempi delle conversioni di tutti quattro, sicchè per essi io possa esattamente calcolare i loro accidenti.
      Ecco brevemente accennato il mio progresso, ben degno della M. Cattolica, per la cui grandezza si ritrovano nuove parti di questo basso mondo, e nuovi mondi interi si scuoprono in cielo.
     
     
     
      1440*.
     
      GIULIANO DE' MEDICI a CURZIO PICCHENA in Firenze.
      Madrid, 26 gennaio 1620.
     
      Arch. di Stato in Firenze.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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