Ma non vorrei che V. S. stessa uscisse in campo a darli la sodisfattione che tanto desidera e procura. Se per via d'alcun discepolo al presente non riesce, forse non sarebbe male far il debito in una semplice lettera di V. S. al Sig.r Guiducci stesso o ad altro amico di là, quale habbia sopra questo fatto trattato con V. S. e datogliene opportuna occasione. L'accoglier molti in uno scritto medemo, lo lodo assolutamente, e similmente il sollecitare nel dar fuori quello che deve darsi. Molto meglio V. S. potrà considerar e risolvere il tutto; ma io non posso contener l'affetto mio verso di lei, che non esponga liberamente il suo senso. Aspettarò d'intender la sua risolutione, et insieme buona nuova di lei e che mi commandi.
Di me posso dirle che, Dio gratia, me la passo con buona sanità e qualche poco più di quiete delli anni a dietro. Séguito il corso delle naturali contemplationi al meglio che m'è permesso dalla propria debolezza e dalle solite distrattioni. Il Sig.r Cesarini sta meglio, Dio gratia, e li altri S.ri compagni tutti bene. Con che a V. S. di tutto core bacio le mani e prego da N. S. Dio ogni contento.
D'Acquasparta, li 4 Marzo 1620.
Di V. S. molt'Ill.re e molto Ecc.teAff.mo per ser.la sempre
F. Cesi Linc.o P.
1451**.
GIULIO CESARE LAGALLA a [GALILEO in Firenze].
Roma, 6 marzo 1620.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 92. - Autografa la firma.
Molto Ill.re et Eccel.mo Sig.r P.ron mio Oss.mo
Con un altra mia(58), doi mesi fa, fei riverenza a V. S., conforme era mio debito, la quale dubito non li sia capitata: per tanto ho voluto con la presente rinovar questo offitio et ricordare a V. S. la mia solita devotione.
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Guiducci Dio Cesarini Dio S. Dio Acquasparta Marzo Cesi Linc Firenze Eccel
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