Per tanto ricordo a V. S. il mio desiderio di vivere al servitio di cotesta Serenissima Casa per più rispetti, et in particolare per poter da presso servire la persona di V. S. molto Ill.re: alla quale restando servitore bagio le mani.
Da Roma, li 6 di Marzo 1620.
Di V. S. molto Ill.re et Eccell.maServitore Aff.mo
Giulio Cesare La Galla.
1452.
ZACCARIA SAGREDO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 14 marzo 1620.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 111. - Autografa la sottocrizione. Accanto all'indirizzo esterno si legge, di mano di GALILEO: S. Zacc. Sagredo avvisa la morte del S. G. F.
Molto Ill.re S.r Ecc.mo
Intenderà V. S. molto Ill.re, so certo con infinito disgusto, la perdita che habbiamo fatta li giorni passati(62) del S.r Gio. Francesco mio fratello, che sia in Cielo, soffocato da un violente cataro, da lui anco fomentato con infiniti disordini nell'indispositione sua di cinque giorni. Ho stimato debbito mio dar parte a V. S. molto Ill.re di questo accidente, et per il particolar affetto che esso S.r Gio. Francesco le portava, et per quello ancora che so ella porta a me. Così faccia Dio che m'incontri occasione di far per lei che bramava esso S.r mio fratello poter valere in servitio suo. Con che fine a V. S. molto Ill.re baccio la mano.
In Venetia, a 14 Marzo 1620.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo.
S.r Aff.moZacc.a Sagredo.
Fuori: Al molto Ill.re S.r mio Oss.moL'Ecc.mo S.r Galileo Galilei Mat.o
Firenze.
1453.
PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze.
Padova, 26 marzo 1620.
Bibl. Naz. Fir.
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