L'ho mandato a far finire, e lo sto con desiderio aspettando. Lo ringracio della carrezza. Il non haver risposto prima di hora, ne è stata causa un'indispositione che mi sopragionse di febre continua de molti giorni, che mi ha poi lasciato; come parimente non risposi al S.r Marchese, che mi significò le diligenze usate da V. S. intorno al detto canone, di che le ne resto con obligo, e desiderio insieme d'impiegarmi in cosa di suo servitio. N. S.r lo guardi.
Bardi, li 10 Lug.° 1620.
Il P.e de Valditaro.
Fuori: Al Sig.r Galileo de Galelei, che Dio guardi.
Firenze.
1474.
GIOVANNI CIAMPOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 17 luglio 1620.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 122-123. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.re e P.ron mio Col.mo
L'infermità del S.r D. Virginio ha impedito la mia venuta a Firenze per questa state. Ci partimmo d'Acquasparta(91) e tornammo a Roma, dove le sue flussioni della gola lo hanno mal trattato, e ben che adesso siano assai mitigate, non però esce ancora di letto. Haviamo però buona speranza, perchè lo stomaco si trova assai vigoroso, e si è indebolito assai meno del solito.
In questo tempo ci è arrivata la lettera scritta da V. S. al S.r Principe Cesi(92) e mandataci da S. Ecc.za Ella chiede il nostro parere quanto alla dedicatione della sua risposta. A me sovvenne alla prima ch'ella potesse inviarla al S.r D. Virginio, porgendogliene occasione l'istesso Lotario, che si vale nelli suoi scritti della testimonianza et autorità di S. S.ria Ill.ma, alla quale ne parlai, per vedere se rispetto alcuno lo riteneva dal desiderare un tale honore, e lo trovai non solamente non repugnante, ma ambitioso di tanta gratia, soggiungendo però non conoscersene degno, con quelle altre parole che la naturale sua modestia gli dettava.
| |
Marchese Lug Valditaro Al Sig Galelei Dio Firenze Virginio Firenze Acquasparta Roma Principe Cesi Virginio Lotario
|