E pregandole dal Signor Dio intera salute, gli bacio le mani.
Di Firenze, dì 21 Gen.o 1620(114).
Di V. S. molto Ill.re e Eccell.maAff.mo Ser.re
Iaco. Giraldi.
Fuori: Al molt'Ill.re ed Eccell.mo Sig.r mio Osse.moIl Sig.r Galileo Galilei.
In villa.
1491.
TIBERIO SPINOLA a GALILEO in Firenze.
Anversa, 22 gennaio 1621.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 137-138. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r mio Osser.mo
Dieci anni sono et più, che V. S. diede in luce il suo Nuntius Sidereus, il quale con tanto stupor del mondo fu ricevuto, et da esso tanta quantità di persone invitate a scoprir quello che V. S. proponeva. Tutti li virtuosi et curiosi hanno havuto molto obligho a V. S. per haverli certificato di quello che era il corpo della luna, le stelle de' pianeti, et particolarmente Giove, accompagnato da quello bello suo satellitio, la Venere cornuta, chiarificata la Via Lactea, et le stelle nebulose: dico che tutti hanno havuto questo obligho a V. S., et io più di tutti gli altri, havendomi molte volte ricreato et pigliato molto gusto alla contemplatione di tali cose; ma non ho mai potuto havere intiera satisfattione, mancando sempre di un bon occhiale, se bene in Parigi, in mano della felice memoria del S.r Cardinale di Gioiosa, ne ho visto un buono; et diceva lui esser venuto di sua mano(115), il quale multiplicava molto et era chiarissimo; et da all'hora in qua non ho mai più trovato cosa buona, nè vista, se bene ne ho havuto da diverse parti, et vistone anchora ad amici, non sono mai arrivato a vista di valore.
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