Di V. S. molto Ill.reSer. Devot.mo
Gio. B. Rinucc.ni
Fuori: Al molto Ill.re S.r e P.ron Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, a
Firenze.
1494**.
GALILEO a [LEOPOLDO D'AUSTRIA in Innsbruck].
Firenze, 16 aprile 1621.
I. R. Arch. del Governo in Innsbruck. Sezione "Ambraser Acten.". - Autografa.
Ser.mo Sig.re e P.ron Col.mo
L'occasione del ritorno dell' Sig.r Ambasciador(124) di V. A. S.ma mi ha dato ardire di prendermi questa libertà, di comparir con la presente nel cospetto dell'A. V. S. con quella reverente humiltà che alla devotissima servitù mia si richiede; la quale io intendo di ricordargliela e confermargliela, e nell'istesso tempo supplicarla a restar servita di gradirla con quella sua naturale e singolar benignità che sempre ho conosciuta in lei.
Io ho passato lungo tempo sotto silenzio, sì per la poca mia sanità, sì per sapere le gravi occupazioni di V. A. nelle passate turbulenze, per le quali ben potevo credere che l'occhio della sua clemenza non havrebbe potuto, così benignamente come suole, fissarsi nella bassezza mia. Hora che, per la divina grazia e per la prudenza e valore dei principi cattolici, le cose di S. M.tà caminano a gran passo verso la quiete e tranquillità, e che posso credere che anco i pensieri men gravi possino haver luogo nella mente di V. A. S., ho voluto sodisfare a questo mio debito; significandole appresso, come di somma grazia e favore mi sarà che la Ser.ma Arciduchessa sua sorella(125) senta con qualche occasione da V. A. S. come ella mi continua la sua affezione, il quale affetto può fruttarmi nella grazia di questa Serenissima quello che non potrebbe mai la bassezza del mio merito.
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