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      Et dirò a V. S. la causa.
      Quando ricevei la lettera di V. S., ne diedi parte a S. Ecc.a del S.r Marchese Spinola, dicendoli il favore che speravo di V. S. et insieme como havea certificatomi di mandare un de' suoi vetri, et dissi quello haveva visto in Francia, dove speravo che dovessi servire per le cose della guerra, di che il S.r Marchese hebbe molto gusto d'intender questo; ma poi di ricevuto, ho visto che non è della multiplicatione che io speravo, nè mi sono risoluto dirgli che l'ho ricevuto, ma sì pregar V. S. che si contenti di mandarmi la misura, come ho detto, del semidiametro, o vero un vetro che fossi grande, assicurandola, sempre che la mi favorirà di mandarmine la misura, persona nata al mondo non saprà tal cosa, procurando qui di vedere se si potessi arrivare ad uno il quale possa per la guerra dare una vista più aperta et che multiplichi assai, non dandomi travaglio la lunghezza del canone, qual cosa non può essere, se non che il vetro del fondo sia grande, perchè vedo che V. S. dice che nella bontà del cristallo puro consiste tutta la difficoltà: et in questo ne dimando il parere di V. S.
      Serà contenta favorirmi di risponder a questo mio pensiero, dando la risposta a chi appresenterà questa a V. S., et tra tanto anderà pensando se io qui in queste parti la posso servire in qualche cosa di suo gusto, acciochè la mi comandi, et è mio pensiero, offerendomi sempre prontissimo a servirla in quello mi favorirà d'impiegarmi; facendo anchora sapere se havessi V. S. pensiero di far imprimer qualche opera che havessi gusto fossi fatta in queste parti, senza passar sotto il rigore che qualche volta costì gli invidiosi non vedono volentieri.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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