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      Quando io scopersi il vetro così chiaro, et che la vista penetragli così dolcemente, subito procurai di farne vener delli altri di tale grandezza: ne ho avuto, ma i vetri non arrivano a quello di gran longa. Mi ha detto in Brusselles il S.r Vincislao(159), il quale ha instituito il Monte di Pietà in quel loco, che un gentilhuomo molto amico di V. S., che si chiamava il S.r Daniele(160), il quale morse sotto Gradisca, gli ne havea dato uno, fatto di mano di V. S., et lui lo donò a S. A. di felice memoria, che era molto buono. Ho procurato vederlo; ma lo tiene la S.ma Infanta, et perciò non l'ho visto.
      V. S. mi favorirà di avvisarmi, se quando fabrica il vetro convesso, procura che sia tanto la parte convessa come la piana, essendo così quello che ricevei d'Inghilterra, come la vedrà segnato nella carta, se ben grossamente, havendolo lineato con la mano, senza mettervi compasso; chè quello che V. S. mi ha mandato, non l'ho voluto mover da i suoi cartoni, sperando che la mi farà favore di avisarmelo. Et perchè la scrive che la travaglia de i cristalli, la mi favorirà di dirmi, se quando parla di cristalli, intende il vetro cristallo bollito di Venetia, o pur cristallo di rocca pallido, perchè qui vicino a' Svizzeri, et anche in qualche altro loco, ne potrei havere. V. S. mi favorirà di dirmi quanto è il semidiametro del suo ordinario, perchè io voglio far fare una prova per veder se posso arrivare ad uno che sia longo et multiplichi assai, ma che il convesso sia molto grande, non curandomi nè del peso nè insieme de la longhezza, purchè vi sia la multiplicatione et chiarezza, favorendomi di dirmi se l'ha mai provato.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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