Le parole poi e le sodisfationi che mi vengono dalla benignità di N. S.re e del S.r Card. Nepote(164), sono eccessive. So che V. S. goderà d'ogni mio progresso, e per ciò ho voluto avvisarnela, con baciarle affettuosamente la mano e pregarla a finire, quando potrà, il Discorso tanto mirabile delle comete(165).
Di R.a, il dì 11 di 7mbre 1621.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo Gal.i Fir.
Dev.mo Ser.reGio. Ciampoli.
1512*.
GIOVANNI CIAMPOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 23 ottobre 1621.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 153. - Autografi il poscritto e la sottoscrizione.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
La lettera di V. S. del cinque di Giugno mi è arrivata tardi, onde non doverà maravigliarsi di tarda risposta. Ella può rendersi più che sicura, che dove vedrò di poter giovare al Sig.r Domenico Visconti e sua moglie, io userò ogn'opera et ogni mezzo per servire a loro, che meritano, et a V. S., alla quale non debbo negare cosa alcuna.
Ho esequito il comandamento de' saluti impostimi da V. S. alli Sig.ri Cardinale Barberino(166), D. Verginio(167) e Monsig.r Agucchia(168); ma certo che non occorre rinfrescare nella mente loro il nome di V. S., perchè spesso siamo di lei e delle sue virtù a ragionamento, e se ne parla con quell'affetto che ricercano le sue heroiche qualità. Hannomi imposto che la ringratii a nome loro e che raddoppiati le renda i saluti, sì come fo con ogni esquisitezza d'affetto: et in tanto a V. S. bacio le mani, e prego Iddio che la prosperi ogni dì maggiormente.
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