Di Roma, li 23 Ottobre 1621.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Per non differir più la risposta, ho preso sicurtà valermi di mano d'altri, chè le occupationi di questa sera non comportano altrimenti. Mons.re Agucchia et io facemmo l'altra sera lunghi discorsi delli eminentissimi pregi di V. S. Aspettiamo con eccessivo desiderio il Discorso delle comete(169): però faccia gratia di mandarlo quanto prima. Ho veduto hor hora il S.r Pr.e Cesi, arrivato in Roma questa sera, che saluta affettuosamente V. S.
S.r Galileo Galilei. Firenze.
Aff.mo et Obblig. Ser.reGio. Ciampoli.
1513.
GIOVANNI CIAMPOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 26 novembre 1621.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I. T. VIII, car. 155. - Autografa
Molto Ill.re et Ecc.mo S.re e P.ron mio Oss.o
Il S.r D. Virginio et io stiamo con infinito desiderio aspettando il Discorso delle comete: però ella ci faccia gratia di sollecitare il copista, acciò non viviamo più lungamente tormentati dall'ardor di questa sete.
Ho poi con mio dispiacere inteso la penosa heredità lasciatale da suo cognato(170): frutti di amaritudine, che raccolgono sempre tutti i galanthuomini da i lor parenti. Io volentieri m'affaticherò in sgravarnela, ma le occasioni non riescono pronte conforme al desiderio. Sarà qui presto il S.r Pr.e Cesi, al quale mandai la lettera di V. S., e con esso anco ne parlerò, sapendo quanto eccessivo desiderio sia in quel Signore di servire a lei. Non mi sono per ancora abboccato col S.r Conte Ciro di Portia: l'essere egli amico di V. S. gli potrà sempre valere per titolo di dominio sopra di me, che facendole affettuosa reverenza, la supplico della continuatione della sua gratia.
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