I semi delle zatte siamo tardi a domandarli.
Fo riverenza a V. S. et al S.r Curtio(193), al valore del quale vivo servidore di cuore gran pezzo fa. Il S.r Sandelli pure le bacia le mani.
Di Pad.a, il dì 6 Maggio 1622.
Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
Lor. Pignoria.
1523.
VIRGINIO CESARINI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 7 maggio 1622.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 167-168. - Autografa la sottoscrizione. Un secondo originale, o minuta, di questa medesima lettera, firmato con le sole iniziali e poco leggibili, era contenuto nel cod. Boncompagni 483; e nella descrizione del ms. fatta da ENRICO NARDUCCI (Catalogo di manoscritti ora posseduti da D. Baldassarre Boncompagni ecc. Seconda Edizione. Roma, tip. delle scienze matematiche e fisiche, 1892, pag. 283) la lettera fu dichiarata di incerto autore.
Molto Ill. Sig.re P.ron mio Oss.mo
La mia debole sanità (se si deve chiamar tale un'eterna convalescenza), sicome m'impedisce e toglie le speculazioni de gli studii gravi, così riceve gran sollevamento, e si sottrae da pensieri più mesti, diportandosi nell'ozio delle Muse: vado però trattenendomi alle volte con loro, e cerco che i componimenti non siano affatto scarsi di qualche dottrina filosofica, e quanto io posso procuro in essi lasciar viva testimonianza dell'ossequio e riverenza ch'io porto alle virtù eminenti. Trovomi haver all'ordine un libretto d'elegie, fra le altre mie opere latine. Queste per lo più ragionano dell'infermità grave ch'io ho patita; non però tanto dimorano nell'argomento flebile, che non ricevano ornamenti di varii episodi d'altre materie.
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