Di Firenze, li 30 di Luglio 1622.
Di V. S. molto Ill. et Ecc.maSer.re Aff.mo
Galileo Galilei.
Al molto Ill. et Ecc.mo S.ore e Pad.ne Oss.moIl S.or Fortunio Liceti.
Venezia per Padova.
1530*.
FABIO COLONNA a GALILEO [in Firenze].
Napoli, 8 agosto 1622.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 122. - Autografa.
Molt'Ill.e et Ecc.mo Sig.r P.ne mio Oss.mo
L'instituzione della Lincea Academia, nella quale me ritrovo ascritto per gratia del nostro Sig. Prencipe, che Nostro Signor feliciti come desea, in questi tempi me obliga debbia a V. S. far riverenza, et augurarle et pregarle dal Signor non solo salute et allegrezza in quel giorno dell'anniversario, ma per sempre successivamente, come volentieri et con tutto l'affetto di cuore fo detto ufficio, et ne prego Nostro Signor così degni concederle. Et con questa occasione ancora voglio supplicar V. S. se degni farmi gratia avisarmi, anzi insegnarmi, che metodo possa tener per far una parabola per specchi da sole di bruciare di lontano vinti palmi, che bruci sotto il perpendicolo del sole nel piano de un triangolo, metà di quadrato, in questo modo:
[vedi figura 1530.gif]poichè tutti li specchi concavi non han forza se non nell'opposito delli raggi solari per dritto; et obliquandoli, non essendo equali le rifrazzioni, perdono la forza: et desidero trovar il modo de far che quelli raggi obliquanti havessero la stessa potenza, et se unissero nel punto desiderato, equalmente fanno nell'opposizione dritta verso il sole. Che perciò credo sia vana la fama dell'haver bruciato la nave nel mare, stando il sole in alto, et anco il sito della casa de Archimede, et che li raggi potessero andar in giù con tanta forza et con tanta lontananza; et se ben se dice fusse specchio circolare senza fondo, et sesta parte de globo, io l'ho fatto, et tiene l'istessa imperfezzione, che non stanno (sic) a dritto del sole, perde la forza.
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