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      Era gran tempo ch'io stavo con il solito desiderio di sentir nuova di V. S., et insieme ch'uscisse quanto prima fuori la sua risposta alla Libra: pensi hora quanto gusto ho sentito, mentre il Sig.r D. Virginio nostro m'ha inviato qui la sua gratissima, et insieme avisato che era compita l'opra; e tanto più che il S.r Angelo de Filiis nostro me l'ha poi portata, et adesso la vedo con mia grandissima consolatione. La trattengo, per haver questo gusto di vederla quanto prima, e non per altro, chè basta l'esser cosa di V. S. Subito letta, la rimandarò per l'istesso in mano del S.r Don Virginio, e sollecitarò al possibile la stampa, chè giudico la prestezza non solo opportuna, ma anco necessaria.
      Sig.r Galilei mio, io le son quel servitore di core di sempre, e di me non posso al presente darli altre nove se non che mi trovo in questa quieta mia solitudine e residenza, ma in mezzo a molestissimi travagli urbani domestici, che mi soprarrivano continuamente, et alle contemplationi e compositioni filosofiche, che dal'altra parte mi vanno ricreando e ristorando; di modo che in un'inquietissima quiete e negotiosissimo otio me la passo in combattuto ritiramento. Duro però e guadagno al meglio che posso. La famiglia, Dio gratia, sta sana, et ho la S.ra Principessa mia gravida, e la prole sin hora è stata di quattro figliole. Senta io buone nove di V. S., chè m'aggiugnerà non poco di ristoro. Li negotii academici ferveranno hormai molto più, premendo tutti i soggetti, e particolarmente il S.r D. Virginio.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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