Appunto l'altro giorno mi lamentavo col S.r Ascanio Piccolomini di non haver ancora potuto rubar tanto tempo, che mi sia riuscito lo studiare quietamente la Sarseide(214); e quanta immensa voglia io ne habbia, facilmente lo crederà chi vede che in materia di filosofia i discorsi del S.r Galileo mi hanno fatto perder totalmente l'appetito d'ogni altra vivanda.
Intendo poi che la sanità sua passa assai felicemente. Me ne congratulo seco, e ne auguro a tutti i litterati acquisto di nuovi e pretiosi tesori, quali ogni giorno si scopriranno nella celeste miniera del suo soprhumano intelletto. A V. S. fo humilissima reverenza, e la prego a conservarmi l'amor suo, perchè io me ne glorio singolarmente: e con questo le prego da Dio ogni più desiderabil consolatione.
Di Roma, il dì 7 di Genn.o 1623.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo Galilei. Fir.e
Dev.o Ser.reG. Ciampoli L.o
1545.
VIRGINIO CESARINI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 12 gennaio 1623.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 130-132. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r P.ron mio Oss.mo
Dopo l'accusare a V. S. la ricevuta(215) della sua dottissima epistola in risposta al Sarsi, non gli ho più scritto circa esso componimento, benchè in quella mia mi fussi obbligato ad avvisarle il mio sentimento, da lei chiestomi con molta istanza. Ciò è avvenuto perchè io disegnavo di aspettare che l'opera fusse letta da tutti i Lincei che si trovano in Roma, ed anco dal S.r Principe Cesi, e che di commun consenso si fusse avvisato a V. S. quel che si desiderava o moderato o mutato o taciuto in detta apologia; e però io havendone subito fatto fare alcune copie, la communicai al S.r Cav.re del Pozzo(216) ed anco al S.r Principe; diedila anco a leggere ad altri, ed io stesso con maggior diligenza la rilessi.
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