Non però gl'è arrivata alle mani, nè la vedranno se non impressa. Stanno essi sitibondi ed ansiosi, ed hanno anco ardito chiedermila; ma l'ho io negata loro, perchè con maggiore efficacia havrebbero impedita la publicazzione. Ha però questa diffesa (benchè occulta finora) operato molto appresso a' mezzani letterati ed appresso alcuni detrattori della gloria di V. S., che si credevano trionfare del suo silenzio; perchè quelli legendola, o sentendo da me e d'altri dir le raggioni di V. S., hanno conosciuto il vero, e questi sapendo ch'ella ha parlato, s'avvedono che la loro vittoria era vana: onde m'auguro che, imprimendosi, chiuderà affatto la bocca ad ogni sorte di persona, et forsi anco allo stesso Sarsio. Oltre la publicazibne ch'io farò della detta opera, penso di farla traddure in lingua latina da persona molto idonea, per participarla di là de' monti a quegli ingegni avidissimi della verità e della libertà filosofica, e presto comincerò ad attenderci.
È comparsa per queste librarie, stampata in Germania, una Apologia del Padre F. Tomasso Campanella sopra il moto della terra(217), da lei in quei tempi proposto; e sebene detta scrittura è fatta avanti il decreto della Congregazione dell'Indice che sospese il Copernico(218), tuttavia i superiori non hanno voluto che si venda e spacci publicamente. Alcuni emoli si sono serviti di questa occasione per rinovare contro di lei le calunnie un tempo fa rifiutate e debellate, ma non mancano protettori ed amici a difendere il nome e riputazione di V. S.; e l'innocenza de' suoi costumi, e l'obbedienza modestissime con che ella ha mostrato sempre di riverire il decreto della S. Congregazione, palesano al mondo quale sia la sua mente: perlochè non posso credere che non s'habbia a superare d'ottenere licenza di stampare l'epistola mandatami contro il Sarsi; ed io mi ci opererò tanto che lo farò riuscire, parendomi di molta riputazione di V. S. che qui sulla faccia della Chiesa, avanti gli occhi delle Congregazioni, sia approvata la sua dottrina et si faccia applauso alle novità filosofiche che ella adduce, benchè nel Collegio Romano quei Padri, in sul principio degli studi, quest'anno habbiano fatto nelle loro publiche prelezzioni detestare i trovatori di novità nelle scienze, et con lunga orazione cercato di persuadere agli scolari che fuori d'Aristotele non si trova verità alcuna, non senza biasimo e derisione di chiunque ardisce sollevarsi sopra il giogo servile dell'autorità. Non ostante, dico, questa scomunica fulminata con tanta eloquenza, spero che le nobilissime speculazioni di V. S. havranno per Roma libero commertio ed applauso.
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