Che è quanto per hora m'occorre dirle. Con che per fine di nuovo le bacio le mani affettuosamente, e le prego dal Cielo ogni contento.
Di Acquasparta, li 8 di Aprile 1623.
Di V. S. molto Ill.re et molto Ecc.te
Ser.re Aff.mo et Vero
Franc.o Stelluti.
1555*.
BONAVENTURA CAVALIERI a GALILEO in Firenze.
Milano, 9 aprile 1623.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 137. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re
Mando a V. S. alcune puoche cose delle spirali(237), quali prima non ho mandato(238) per non haver havuto commodità, acciò che vedi se patiscono alcuna difficoltà. In questo trattatello pure séguito lo stile dell'altro, come meglio, legendolo, intenderà; però potrebbe forsi patire l'istesse difficoltà ch'ella ritrova nell'altro ch'io li mandai molto tempo fa, quali s'io havessi saputo, haverei cercato di scioglierle, s'havessero patito solutione, o ch'havrei tralasciato la fatica fatta in questo. Spero dunque dalla benignità sua che del tempo, che li togliono i suoi alti pensieri ed altre sue più necessarie occupationi, scioglierà alcuna parte per dare un'occhiata a questo mio trattatello, il quale suppone la cognitione in parte dell'altro sudetto, massime supponendo io in questo di servirmi dell'istessi nomi diffiniti in quello, e dipoi che l'haverà visto, farne anco parte al molto R. P. D. Benedetto: che poi, ritornando da Roma per Milano un Padre mio amicissimo (che si chiama P. Angiol Maria Calvi Gesuato), verrà in nome mio a far riverenza a V. S., quale prego con tale occasione mi vogli favorire di dirmi il suo parere dell'uno e l'altro, mandandomi il primo, per non haverne io copia se non confusa, e ritenendo questo, se così li pare.
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